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Trappola per topi: con Agatha Christie il palcoscenico si tinge di giallo

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Agatha ChristieRappresentata per la prima volta nel 1952 sul palcoscenico dell’Ambassadors Theatre di Londra, Trappola per topi è l’unica pièce inglese a detenere il record assoluto di repliche: 24.500. Eppure, in quegli anni, nessuno avrebbe scommesso un penny sulle doti da commediografa di Agatha Christie. Apprezzata romanziera, e ideatrice di celebri personaggi, la Christie iniziò a interessarsi di teatro quando, con suo rammarico, si accorse che i registi incaricati di trasporre i suoi gialli avevano il vizio di attenersi eccessivamente al testo. Il risultato era di una pesantezza tale da far addormentare gli spettatori in sala e, come se non bastasse, la complessa struttura dei romanzi risultava completamente inefficace sul palcoscenico. L’autrice decise così di prendere lei stessa in mano la situazione.

Dimostrandosi molto più coraggiosa di quanto non fossero stati, fino ad allora, i succitati commediografi, Agatha Christie intuì immediatamente che l’unico modo di portare a teatro, con successo, i suoi testi, era quello di semplificarli. L’intreccio macchinoso, l’elevato numero di personaggi e la notevole quantità di falsi indizi rendevano, infatti, i romanzi dei veri “gioielli” per appassionati che finivano, però, per confondere lo spettatore seduto in sala. Semplificazione significava anche riconoscere gli elementi superflui e, se necessario, eliminarli dal copione. A questo proposito, fu la Christie stessa che, trasponendo tre romanzi aventi per protagonista principale il celeberrimo Poirot, decise senza rimpianti di togliere dalla sceneggiatura proprio la figura dell’investigatore belga, considerata non indispensabile alla comprensione della storia. Fu così che le pièces Appuntamento con la morte (1945), Il rifugio (1951) e Delitto retrospettivo (1960), tratte rispettivamente da La domatrice (1938), Poirot e la salma (1946) e Il ritratto di Elsa Greer (1942), entrarono a far parte della serie di commedie più rappresentate in Inghilterra.

The MousetrapCome è logico pensare, eliminare un personaggio non bastava a rendere i testi più appetibili. Di conseguenza, in alcuni casi, la versione teatrale non si differenziava solo per l’assenza di uno degli investigatori più conosciuti, ma si distingueva anche per numero di omicidi o per protagonisti assassinati. Dieci piccoli indiani (romanzo del 1939, pièce del 1944), considerato il capolavoro per eccellenza della Christie, vede miracolosamente resuscitare sul palcoscenico due dei personaggi deceduti nel romanzo che finiscono per innamorarsi. In Appuntamento con la morte, in compenso, l’omicida è addirittura diverso da quello letterario.

Uno degli elementi che la giallista scelse di mantenere invariato, nel passaggio dallo scritto per essere letto allo scritto per essere detto, fu il senso del macabro legato alle nursery rhymes. A parte nel succitato Dieci piccoli indiani, le filastrocche per bambini compaiono anche nel romanzo Poirot non sbaglia (in originale One, Two, Buckle My Shoe), del 1940, dove ogni capitolo inizia con un verso in rima; in Trappola per topi, tratta dal racconto breve Tre topolini ciechi, del 1950, dove una nenia infantile diventa metafora della triste fanciullezza di uno schizofrenico assassino che la utilizza come leitmotiv per i suoi omicidi; e in Il ritratto di Elsa Greer (in originale conosciuto anche come Five little pigs), dove Poirot cerca di scoprire il colpevole di un delitto avvenuto sedici anni prima individuandolo tra i “cinque maialini” di una canzoncina.

Grazie al nuovo allestimento della compagnia Attori & Tecnici, la pièce Trappola per topi, recentemente rappresentata al Teatro Bobbio di Trieste, è ora tornata alla ribalta. Basandosi sulla traduzione di Edoardo Erba, il regista, attore e adattatore Stefano Messina riporta in scena le atmosfere suggestive e lo humor nero della regina del giallo.

Ambientata origTrappola per topi (foto di scena)inariamente alla Monkswell Manor, ribattezzata per l’occasione Locanda di Castel del Frate, Trappola per topi funziona come un ingranaggio perfettamente oliato. Gli otto personaggi che si alternano sul palcoscenico, ognuno con un segreto da nascondere, rappresentano, in fondo, otto modi diversi di affrontare le tragedie che colpiscono la nostra vita. Mollie e Giles Ralston, giovani e innamorati, gestiscono, con candida ingenuità, una modesta pensione in cui, per una inaspettata tormenta di neve, si troverà a confluire uno svariato campionario di umanità, come la scorbutica signora Boyle, il nevrotico ma simpatico Christopher Wren e il protettivo Sergente Trotter. Mentre la radio annuncia un misterioso omicidio avvenuto a Londra, i diversi occupanti inizieranno ad acquisire la consapevolezza di essere in balìa di uno psicopatico, deciso più che mai a vendicarsi dei maltrattamenti subiti in tenera età. Il tutto accompagnato dalle note, poco rassicuranti, di quella Three Blind Mice che ognuno di loro si diverte a canticchiare a turno.

La compagnia Attori & Tecnici dimostra un ottimo affiatamento e una notevole abilità nel tratteggiare il carattere di ogni singolo personaggio, riuscendo a mantenere alta la suspense e a divertire costantemente il pubblico in sala. La scenografia, curata nei minimi dettagli, permette allo spettatore di immedesimarsi in quella tipica atmosfera anni Cinquanta tanto amata dalla Christie. Uno spettacolo ben costruito dove la psicologia conta più delle apparenze. Da non perdere.


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