Esistono due tipi di silenzio: il primo quando si tace, il secondo quando si fa un uso torrenziale del linguaggio. […] Quante volte ci è capitato di sentire la frase fuligginosa e fiacca: “Mancanza di comunicazione…”, ed è proprio questa frase ad essersi notevolmente radicata nel mio lavoro. Io sono convinto dell’esatto contrario. Credo si possa comunicare benissimo solo nel silenzio, nel non detto, e che quanto si verifica sia solo un incessante pretesto, dei disperati tentativi di retroguardia per mantenerci rinchiusi in noi stessi. La comunicazione è troppo allarmante. Entrare nella vita di qualcun altro è troppo spaventoso. Rivelare agli altri la miseria che ci pervade è una possibilità troppo terrificante.
(Harold Pinter, Writing for the Theatre, 1962)
Nel 1959, il terzo canale radiofonico della B.B.C. trasmise per la prima volta A Slight Ache (Un leggero malessere) di Harold Pinter. Le reazioni degli ascoltatori furono contrastanti. L’atto unico, infatti, prevedeva la presenza di due soli personaggi, i coniugi Flora ed Edward, il cui noioso ménage veniva bruscamente interrotto dalla comparsa di un venditore di fiammiferi appostato all’esterno della loro casa. A lasciare perplessi gli ascoltatori fu proprio questo “terzo incomodo”, sulla cui esistenza in carne ed ossa nutrivano seri dubbi. Era una persona reale o si trattava del mero frutto dell’immaginazione di Flora ed Edward? E se era reale, perché ogni volta che i due personaggi gli rivolgevano la parola egli taceva? Il mistero fu risolto nel 1961, quando il testo fu rappresentato all’Arts Theatre di Londra: il venditore di fiammiferi era effettivamente presente in scena, ma mentre gli altri due personaggi gesticolavano e gli riversavano addosso le loro frustrazioni, sessuali e non, egli manteneva il silenzio e non interagiva in alcun modo. “Mancanza di comunicazione” esclamò qualcuno degli spettatori, ed era vero, ma la realtà dei fatti smentiva e allo stesso tempo confermava questa riflessione: dei tre personaggi, l’unico a trasmettere un messaggio era proprio il venditore di fiammiferi, gli altri due, nella loro nevrosi, non stavano comunicando nulla.
Negli anni successivi, la notorietà raggiunta da altre pièces di Pinter quali The Birthday Party (Il compleanno), A Night Out (Una serata fuori) e The Room (La stanza) fece sì che Un leggero malessere venisse lasciata in secondo piano, riservata quasi a un pubblico di intenditori. A riportarla alla luce, di recente, è stata l’Associazione Amici della Contrada di Trieste che ha ben pensato di proporre, per il cartellone del Teatro a Leggìo 2012/2013, proprio questo testo.
L’utilizzo della voce e della gestualità, al posto della rappresentazione, si addice perfettamente a quest’opera e consente allo spettatore di focalizzare maggiormente l’attenzione sul contenuto, e sulla maestria con cui Pinter gioca col linguaggio e con il mezzo per il quale il testo è stato inizialmente concepito (la radio), piuttosto che su un eventuale apparato scenico. La scelta di affidare la regia a Mario Mirasola, che nel corso degli anni ha curato numerosi drammi radiofonici trasmessi dalla sede regionale della Rai, non poteva essere più azzeccata, così come quella di assegnare i ruoli principali a due ben noti volti del panorama teatrale come Adriano Giraldi ed Elke Burul.
L’incomunicabilità tra Flora ed Edward, incapaci di confessarsi dubbi, paure e desideri sessuali se non attraverso la presenza catalizzatrice di un emerito estraneo, che Flora soprannominerà Barnaba e con cui alla fine sostituirà il marito, rispecchia il vacuo rapporto che spesso intercorre tra persone convinte di conoscersi, ma inabili ad ascoltarsi. Come giustamente dichiarato dall’Accademia di Svezia, in occasione della consegna del Nobel per la letteratura 2005: “Harold Pinter, nelle sue commedie, scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell’oppressione”, quell’oppressione che, tristemente, ognuno di noi fatica ad esprimere finendo per restare intrappolato nella propria sofferenza.