Sorprendente ma vero: nella Scuola Media Statale P. Paoli di Modena si insegnano argomenti di Scienze e Matematica attraverso il teatro! La singolare e proficua iniziativa nasce dall’idea di due insegnanti del Corso E, una di matematica e l’altra di lettere che, per veicolare le conoscenze storiche e scientifiche delle loro discipline, hanno portato gli studenti in palcoscenico, coinvolgendoli in vere e proprie messinscene.
Lo scorso anno gli allievi della 3^ E si sono esibiti in una pièce intitolata Incontro con Enrico Fermi con la quale sono state ripercorse le varie tappe che portarono l’illustre studioso italiano all’invenzione della scissione nucleare, sottolineando peraltro le importanti e drammatiche conseguenze che tale invenzione ha avuto per il mondo.
Quest’anno, invece, sono stati gli alunni della 1^ E a portare sulle scene il testo Leonardo Fibonacci: un matematico alla corte del re, con cui viene raccontato un episodio realmente accaduto, quando nel 1226 Leonardo Fibonacci fece visita a Federico II, durante il soggiorno pisano di quest’ultimo. Nell’occasione, il giovane matematico illustrò al sovrano i vantaggi che l’introduzione dei numeri arabi avrebbe comportato per l’Occidente. Sfidato da alcuni dotti presenti, decisamente ostili alle innovazioni, Leonardo risolse il famoso quesito dei conigli, grazie alla successione numerica da lui inventata e che ancora oggi reca il suo nome.
In virtù dell’adeguata preparazione dei giovani attori, gli spettacoli sono apparsi vivaci e ben recitati, gli allievi hanno dato prova di aver assimilato i concetti più importanti e sono apparsi in scena naturali e spontanei. Le performance sono state inoltre arricchite da preziosi brani musicali a tema, eseguiti dagli stessi studenti.
Attualmente i predetti spettacoli stanno girando fra gli istituti superiori di Modena e provincia, suscitando interesse e riscuotendo lusinghieri consensi.
L’idea di far studiare Matematica e Scienze attraverso l’attività teatrale è alquanto inedita nella scuola italiana, dove solitamente vengono trasposti in forma drammatica racconti, romanzi, brani poetici, avvenimenti storici o di attualità, ma raramente argomenti tecnico-scientifici.
Grazie all’intelligente sinergia fra insegnanti di differenti discipline, alla disponibilità della dirigente scolastica e al reperimento di appositi testi creati allo scopo, la P. Paoli – e la scuola italiana in generale – si sono arricchite di un ulteriore strumento di divulgazione del sapere.
Va aggiunto che frequenti e varie risultano oggigiorno le esperienze teatrali condotte nelle scuole di ogni ordine e grado, esperienze che, pur se rese difficili dalla carenza di idonee strutture, conducono nella maggioranza dei casi ad apprezzabili risultati, facendo registrare notevoli progressi nella formazione e maturazione globale della personalità.
È ormai riconosciuto che, attraverso la drammatizzazione vengono potenziate le capacità verbali e mimico-gestuali, quelle mnemoniche, creative e “prestazionali” dell’individuo.
Attraverso l’attività teatrale, si superano impacci, blocchi emotivi, s’impara a socializzare e a cooperare, secondo obiettivi condivisi, che pongono al primo posto la coralità.
Il teatro nella scuola può significare anche “autorivelazione”, ovvero momento in cui ciascuno scopre le proprie potenzialità nascoste; l’attività scenica diviene così prezioso ausilio, efficace “grimaldello” per superare il disagio che affligge oggigiorno molti allievi; succede in effetti che le discipline curricolari non sono più vissute come fredde e nozionistiche astrazioni, ma divengono suono, parola, gesto, “vita concreta” ed assumono infine il gusto – un po’ perduto – dell’affabulazione.
Naturalmente, gli insegnanti non intendono trasformare la scuola in un’impresa di spettacolo o di casting, alimentando così forme di sterile protagonismo o divismo, perché il suo compito è e deve rimanere rigorosamente quello di agenzia educativa, tesa ad offrire un’opportunità di crescita a tutti, secondo i principi più alti della democrazia.