Trarre un film da un gioco da tavolo comporta diverse difficoltà, trarre un testo teatrale da un film ispirato a un gioco da tavolo ne comporta anche di più. I Tutto fa Broduei, compagnia dialettale triestina che già nel nome esprime tutta la sua passione per il teatro e il musical, quest’anno porta in scena sul palco del Teatro Silvio Pellico l’adattamento di un film degli anni Ottanta che gli appassionati di gialli conoscono benissimo, Signori, il delitto è servito, basato sul gioco da tavolo Cluedo.
La pellicola di Jonathan Lynn sfruttava al meglio tutte le risorse messe a disposizione dal cinema: un’antica dimora dotata di numerose stanze, continui spostamenti all’interno delle stesse, passaggi segreti e sottofondi musicali inquietanti, atmosfere classiche del genere sul quale si faceva ironia. Come rendere tutto questo a teatro, dove inevitabilmente gli spazi e i mezzi a diposizione sono più limitati e non è possibile garantire cambiamenti di scenografia talmente rapidi da evidenziare gli spostamenti dei personaggi? I Tutto fa Broduei hanno accettato la sfida, e l’hanno vinta, ricorrendo ad astuzie che comportano un coinvolgimento diretto del pubblico e ne aumentano il divertimento. Una porta dotata di ruote può facilmente fungere sia da porta d’ingresso che da porta di una stanza, in quanto è agevole sistemarla nei vari punti del palcoscenico a seconda delle esigenze; alcuni pannelli strategicamente collocati sullo sfondo di un salotto possono dare l’idea delle diverse stanze presenti nella casa; i “cadaveri” possono essere spostati con il coinvolgimento di più attori oppure risorgere e intanto cambiarsi d’abito per la scena seguente; la perlustrazione delle stanze può avvenire scendendo in platea e girando tra gli spettatori che diventano oggetto delle battute dei personaggi.
Il vero punto di forza di questa versione teatrale va tuttavia ricercato altrove, e consiste nel non limitarsi ad adattare il film ma rendere subito chiaro per lo spettatore che siamo di fronte a un gioco da tavolo e dunque i personaggi sono le pedine mosse da qualcun altro. Da qui l’introduzione immediata dei tre amici, che si incontrano per una partita a Cluedo, e che intervengono nel corso della rappresentazione presentando i protagonisti, ponendo domande, esibendosi in divertenti siparietti, lanciando dadi di gommapiuma sulle teste degli spettatori – da notare che anche la macchina del fumo è a forma di dado – e omaggiando la scomparsa Anna Marchesini. Si assiste quindi a una soppressione della quarta parete con un rapporto diretto tra attori e pubblico, anche se quest’ultimo non è chiamato, come avviene in alcuni spettacoli d’improvvisazione, a indovinare il colpevole o a porre domande ai personaggi sparigliando le carte.
L’ambientazione del Cluedo giocato in scena non fa riferimento all’epoca attuale ma alla Trieste anni Cinquanta, dove ognuno cerca di trarre profitto dalla presenza degli americani, e dove attività di spionaggio, contrabbando e ricatto sono all’ordine del giorno, con inevitabili risvolti comici.
Non va dimenticato che Signori, el delito xe servido non è solo una commedia gialla ma anche un musical. La scelta dei pezzi, rigorosamente adattati in dialetto, spazia dal Da-da-un-pa, delle Gemelle Kessler, utilizzato nello sketch iniziale, a Big Spender di Shirley Bassey, passando, tra gli altri, per Tu vuo’ fa’ l’americano, Hernando tre caffè, Tutti a casa e il finale Jailhouse Rock (nell’originale, i titoli di coda del film scorrevano, sotto forma di carte raffiguranti i personaggi, sulle note di Shake Rattle and Roll). Le coreografie sono piacevoli e divertenti e poco importa se l’intonazione degli attori non è sempre impeccabile, esprimono tutti una passione e un entusiasmo che è impossibile non rendersi conto di quanto amino stare sul palco e condividere questo loro amore con gli spettatori.
Se mi è concessa una piccola battuta finale, vorrei dire, citando Jerome K. Jerome, che per correttezza la pièce dovrebbe intitolarsi Signori, el delito xe servido (per non parlar del cane), visto che sul palco, per una decina di minuti, è presente anche un cane, nell’inconsapevole ruolo di un gatto, che dimostra una mansuetudine e un’impassibilità tali da meritarsi una candidatura immediata ai Tony Awards.
Repliche i giorni 7-8-9-15-16 febbraio. Per info: Teatro Silvio Pellico di Trieste.